Grazie a questa novità pazzesca, da oggi si può andare in pensione con 20 anni di contributi e a 63 anni. Come fare per accedervi.
Per poter accedere al trattamento pensionistico, ci sono alcuni paletti di cui è sempre bene tenere conto. Sicuramente già saprete che il tutto è basato sul sistema dei contributi, che vengono versati mensilmente con il proprio regolare contratto di lavoro e che portano ad un fondo da cui poi l’INPS provvederà a fornirvi l’assegno mensile di sostegno raggiunta l’anzianità necessaria.
Ma ci sono anche altre vie alternative che esulano dalla semplice anzianità e vi danno modo di accedere alla pensione prima. Grazie ad un’ultima fantastica novità dell’INPS, dovete sapere che da oggi c’è anche modo di andare in pensione a 63 anni e con 20 anni di contributi. Ecco tutte le informazioni utili a riguardo: così smettere di lavorare senza pensieri sarà più semplice di quanto avevate immaginato.
Pensione a 63 anni con 20 di contributi: ecco come funziona
Grazie a questa legge, avete modo di accedere ad uno dei sistemi di pensione anticipata più apprezzati in assoluto. Avrete, infatti, uno “sconto” su quello che è il requisito anagrafico, senza dover attendere necessariamente l’anzianità contributiva. Stiamo nello specifico parlando della Legge Dini, un sistema che permette di andare in pensione a 63 anni e con 20 di contributi.
Ad essere interessate sono le donne lavoratrici che hanno almeno 3 figli a loro carico. Per queste persone c’è, infatti, modo di anticipare l’età pensionabile di quattro mesi per ogni figlio. Fino ad un massimo di 12 mesi. E se non si vuole anticipare, c’è anche un’alternativa. Ossia richiedere un aumento dell’assegno mensile, applicando un coefficiente di trasformazione maggiorato di uno o due anni a seconda dei figli a carico.
Un’opzione che è stata chiarita proprio dall’INPS con la recente circolare 46/2024. Secondo cui, una lavoratrice con tre figli che soddisfa i requisiti di pensione di vecchiaia, può andare in pensione a 66 anni anziché 67, oppure a 67 con un assegno calcolato come se ne avesse 69. E dunque con l’aumento dell’importo in cedolino.
E la regola è la medesima anche per le pensioni anticipate. Che danno modo di godere del trattamento a 64 anni. Se si rientra nei requisiti sopracitati, si può avere un coefficiente aumentato che corrisponde a 65 o 66 anni, oppure anticipare a 63 anni. Ricordiamo che questo tipo di pensione tiene in considerazione solo le lavoratici che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1995. Un’agevolazione unica nel suo genere e da sfruttare oggi stesso.