C’è un modo per andare in pensione con largo anticipo, ad appena 63 anni. Tuttavia rischi di perdere un mucchio di soldi.
Tutto non si può avere. Se vuoi andare in pensione con largo anticipo potresti riuscire a farlo, ma il rischio è quello di subire tagli molto pesanti tutti i mesi. Vediamo a quanto ammonterà il tuo assegno se decidi di smettere di lavorare a 63 anni.
In Italia, per andare in pensione, o si attendono i canonici 67 anni stabiliti dalla legge Fornero oppure si cerca qualche via di “fuga” aggrappandosi a qualche misura di prepensionamento. Alcune si rivolgono solo a categorie specifiche mentre altre sono fruibili da parte di tutti. Le misure di pensione anticipata attualmente in vigore, però, presentano più o meno tutte delle criticità.
Alcune opzioni – come Quota 41 o la pensione anticipata ordinaria – richiedono di aver versato minimo 41 anni se non 42 di contributi: davvero tanti in un’epoca in cui s’inizia a lavorare sempre più tardi. Altre misure, invece, sono poco vantaggiose in quanto prevedono pesanti tagli sull’assegno mensile. In particolare c’è una misura che consente di uscire dal lavoro ad appena 63 anni, ma chi la sceglie rischia di perdere un mucchio di soldi ogni mese.
Non necessariamente dovrai attendere di aver compiuto 67 anni per andare in pensione: nel nostro Paese le misure di pensione anticipata ci sono e sono anche tante. Ma devi valutare se, sotto il profilo economico, ti conviene lasciare il lavoro con qualche anno di anticipo. Il rischio, infatti, è di trovarsi con un assegno mensile davvero troppo esiguo.
Se hai 63 anni e hai maturato almeno 41 anni di contributi, allora puoi smettere anche subito di lavorare e andare in pensione con Quota 103. Questa misura è stata in bilico fino all’ultimo ma alla fine il Governo di Giorgia Meloni ha deciso di riconfermarla anche per il 2024.
Quota 103 è stata, dunque, riconfermata, ma modificata in modo tale da essere tutt’altro che conveniente per chi la sceglie. I requisiti d’accesso sono rimasti gli stessi dell’anno scorso: può accedere alla pensione anticipata con Quota 103 chi ha almeno 62 anni. E almeno 41 anni di contributi.
La modifica importante riguarda il metodo in cui verrà calcolata la pensione. Da quest’anno, infatti, chi opterà per questa misura dovrà accettare il ricalcolo contributivo dell’assegno. In pratica le quote retributive versate prima del 1996 – anno in cui il sistema di calcolo contributivo ha preso il posto del sistema di calcolo retributivo – non verranno considerate.
Il sistema contributivo, per calcolare la pensione, tiene conto di due fattori: i contributi versati e l’età. In pratica l’insieme dei contributi viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione che aumenta con l’aumentare dell’età. Di conseguenza, il coefficiente di trasformazione di chi ha 63 anni sarà più basso del coefficiente di trasformazione di chi ha 67 anni.
Sarebbe stato stimato che andare in pensione con Quota 103 quest’anno può significare subire tagli anche del 20% ogni mese. E, in ogni caso, il Governo ha stabilito che la pensione di chi opta per questa misura non può mai superare di 4 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps.
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