C’era grande attesa per il bonus mamme destinato alle madri lavoratrici nella busta paga di Maggio, ma la delusione è stata fortissima.
Secondo quanto era stato annunciato, il bonus mamme sarebbe stato corrisposto alle lavoratrici madri di tre o più figli firmatarie di un contratto di lavoro dipendente e a tempo indeterminato. I periodi di paga interessati dal bonus vanno dal 1° Gennaio 2024 fino al 31 Dicembre 2026, per un totale di 3 anni consecutivi. Il bonus però si interrompe nel momento in cui il figlio più piccolo compie il 18° anno di età.
In via assolutamente sperimentale, però, nel 2024 il bonus sarebbe stato corrisposto anche alle madri di due soli figli. Anche in questo caso, però, fino al compimento della maggiore età del figlio più piccolo.
Il problema è nato nel momento in cui le lavoratrici hanno cominciato a ricevere il bonus in questione: gli aumenti in busta paga non hanno soddisfatto le aspettative delle lavoratrici della scuola, le quali si sono rese conto che ricevere il bonus implicherebbe un grosso svantaggio dal punto di vista economico.
Bonus mamme: per le insegnanti è un disastro
Il bonus mamme consiste nell’esonero contributivo del 100% dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti con un limite massimo di 250 Euro mensili. Più che di un bonus, quindi, si tratta di una corposa detrazione sulle tasse. Che avrebbe comunque assicurato un forte sostegno economico delle famiglie più numerose.
Il problema, per le lavoratrici del settore educativo, consiste nel fatto che il bonus mamme non è cumulabile ma sostituisce l’esonero dei contributi previdenziali del 6% o del 7%. Che il Governo Meloni ha introdotto ormai più di un anno fa. L’esonero è stato già applicato ai mesi che vanno da Gennaio a Marzo 2024.
Quindi nel calcolo del Bonus Mamme arretrato che sarebbe stato corrisposto a maggio è stato sottratto l’esonero dei contributi previdenziali. A partire dal mese di Aprile (quindi dal pagamento nella busta paga di Maggio), l’esonero previdenziale viene completamente sostituito dal bonus mamme. Quindi le insegnanti si troveranno a ricevere meno rispetto ai calcoli che avevano magari eseguito privatamente.
Lo scontento generato dal fatto di ricevere un compenso inferiore alle aspettative è peggiorato dal fatto che, le misure previste dal governo, escludono una categoria di lavoratrici particolarmente svantaggiata. Cioè le dipendenti a tempo determinato, le lavoratrici precarie e le lavoratrici a partita IVA, molte delle quali sono considerabili false partita IVA.