Posso sapere quanto prenderai di pensione in base al tuo attuale stipendio? Ti bastano pochi minuti: ecco come fare.
La questione della pensione rappresenta uno degli aspetti più rilevanti e, al contempo, complessi per chi si avvicina al termine della propria carriera lavorativa.
Comprendere in anticipo l’ammontare dell’assegno pensionistico non è semplice, data la complessità delle normative che regolano il sistema previdenziale. Tuttavia, esistono dei metodi relativamente semplici per ottenere una stima approssimativa dell’importo che si percepirà una volta in pensione.
Il primo passo per avviare questo processo di calcolo è richiedere il proprio estratto contributivo. Questo documento è fondamentale perché offre una panoramica completa sui contributi versati nel corso degli anni e sulle retribuzioni che sono state prese a riferimento. Avere chiaro il proprio storico contributivo è essenziale per poter procedere con qualsiasi tipo di stima.
Per procedere con il calcolo della pensione, è cruciale comprendere a quale regime si appartiene. La distinzione principale riguarda i periodi di accredito dei contributi: per quelli antecedenti al 31 dicembre 1995 si applica il sistema retributivo, mentre per i contributi successivi al 1° gennaio 1996 vale il sistema contributivo. È importante notare che le regole del retributivo continuano ad applicarsi fino al 31 dicembre 2011 per chi aveva già maturato almeno 18 anni di contributi alla fine del 1995.
Una volta acquisita consapevolezza sul tipo di calcolo da applicare, si può procedere con una stima semplificata dell’importo della pensione. Per la parte retributiva, si considera una media delle ultime retribuzioni percepite negli ultimi cinque anni prima del pensionamento e si moltiplica tale media per un coefficiente percentuale (2% per ogni anno di lavoro). Ad esempio, se la media delle ultime retribuzioni fosse di €40.000 e i contributi maturati nel regime retributivo fossero dieci anni, l’importo annuo derivante sarebbe €8.000.
Per quanto concerne la parte calcolata con il metodo contributivo invece, bisogna fare una media delle retribuzioni o dei redditi percepiti durante tutti gli anni lavorativi e applicarvi un coefficiente percentuale (33% se dipendenti o 25% se autonomi), poi moltiplicato per gli anni lavorativi totali nel regime contributivo, infine questo montante va moltiplicato ancora con un coefficiente detto “di trasformazione”, variabile in base all’età di andata in pensione.
Un altro elemento da considerare nella valutazione dell’ammontare previsto della propria futura rendita previdenziale è il tasso di sostituzione: questo indice mette in relazione l’ultimo stipendio o reddito percepite prima del ritiro dal mondo del lavoro con l’importo della prima rata pensionistica erogata. Con l’introduzione progressiva del sistema completamente contributivo rispetto a quello retributivo puro o misto (retributivo/contributive), ci aspetta un inevitabile ridimensionamento dei tassi sostitutivi nel tempo.
Per ottenere una stima più precisa possibile senza doversi immergere personalmente nei complicati calcoli previdenziali, esiste la possibilità di utilizzare strumenti online messi a disposizione dall’INPS attraverso il servizio “La mia Pensione Futura”. Questa piattaforma permette agli utenti registrati di ottenere proiezioni sull’ammontare della loro futura prestazione previdenziale basandosi su dati quali storia lavorativa e livello reddituale/retributive effettivo.
Questo tipo d’approccio fornisce un quadro generale abbastanza affidabile su cosa aspettarsi dalla propria situazione previdenziale futura anche se non mancano margini d’errore dovuti principalmente alla variabilità dei redditi negli ultimi anni d’attività lavorativa o ad eventuali cambiamenti normativi che potrebbero intervenire modificando le regole attuali.
In definitiva, pur nella sua complessità normativa e matematica, comprendere anticipatamente quale sarà l’impatto economico derivante dall’avvio della propria situazione pensionistica risulta essere possibile attraversando diverse vie: dalla richiesta dell’estrazione contributiva all’utilizzo degli strumenti online offerti dall’istituto nazionale previdenza sociale fino ai più tradizionalisti ma sempre validissimi incontri informativi diretti presso gli uffici competenti.
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